giovedì 9 novembre 2017

riduci all'osso

RIDUCI ALL'OSSO

Cari scrittori, oggi parleremo di una tecnica fondamentale per i poeti, ovvero quella di “ridurre all’osso”. Vediamo in dettaglio cosa significa.

Fare poesia è prima di tutto un’arte di compressione.


Robert Wallace



- Un poeta deve riuscire a dire tante cose in pochissimo spazio. Come fa? Taglia tutto quello che non è necessario.

- Anche voi, quando scrivete o revisionate le vostre poesie, dovete impegnarvi ad eliminare tutte le espressioni non necessarie, oppure a sostituire un gruppo di parole con un solo termine “forte”.

Ecco cosa dovete fare in pratica: rileggete con attenzione la poesia e tagliate via tutta la “spazzatura” (le parole inutili, le espressioni troppo vaghe, le ridondanze, gli abbellimenti eccessivi).

Ecco alcune domande che puoi porti mentre scrivi o mentre rivedi la tua poesia:

-questa espressione si merita lo spazio che le sto dando?
-il lettore ha bisogno di questa parola?
-posso sostituire questo gruppo di parole con un unico termine più forte?
-questa parola serve a qualcosa?

La vostra poesia sarà terminata solo quando non troverete altro da togliere!

Adesso proviamo insieme a “ridurre all’osso” una poesia.
Prendete un paio di forbici e... togliete le parole di troppo.


Il cielo sereno

Dopo aver trascorso una giornata
immerso in tanta nebbia
a una a una, nella notte
iniziano a svelarsi
le lucenti e sfavillanti stelle.
Io finalmente posso respirare
il fresco venticello
che mi lascia il colore blu scuro del cielo svelato.
In questo prato mi riconosco
come una immagine di uomo
del tutto passeggera
che però è stata presa in un giro immortale.



Adesso osserviamo la poesia originale, di Giuseppe Ungaretti.


Sereno

Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
Immortale


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